Eccomi qua, in un treno diretto a Sud. Destinato ad un percorso inverso rispetto ai miei genitori che trent’anni fa migrarono al Nord, dove sono nato io, 19 anni fa. In provincia di Trento, fra le montagne più belle del mondo.
Ora sono diretto al
mare più bello del mondo, ma ancora non sono convinto. Napoli è una città
caotica, sporca, la gente urla sempre,
sono preoccupato. In questi giorni ci sono anche tante scosse di terremoto, non
mi sento sicuro, è una terra instabile, capricciosa.
A dire il vero tifo
Napoli come il mio papà, quindi un legame con la città ce l’ho. Lui mi parla
sempre di Maradona. Ora è diventato una specie di dio, ma forse lo è sempre
stato, a vederlo giocare.
L’anno scorso per lo scudetto hanno festeggiato per sei
mesi, certo, sarà stato bello.
Zio Tonino mi ha
rassicurato, Napoli è migliorata, è piena di turisti, molto più pulita, dice
che mi troverò bene. Speriamo.
Devo fare la gavetta, così mi dicono tutti. Quando sarò
diventato davvero bravo, allora potrò anche andare a Las Vegas dove i barman
guadagnano anche mille euro a serata. Mille euro!
E’ stato buono zio
Tonino, mi ha aiutato; con questo diploma dell’istituto alberghiero cos’altro
avrei potuto fare? E’ vero che sono bravo, ho avuto sempre buoni voti, ma non
ho mai lavorato. Una cosa è preparare cocktails a scuola per finta, una cosa è
aver a che fare con le persone.
Solo che, ora sono proprio le persone che mi preoccupano.
Qua parlano sempre, vogliono chiacchierare di continuo.
E poi c’è un’altra
cosa: il caffè.
Il fatto è che a Napoli il caffè è una specie di dio, come
Maradona. C’è un rituale preciso per prepararlo, a casa e al bar, e ne prendono
di continuo. Chissà quanti ne dovrò fare! Certo, imparerò!
Prendono il caffè per parlare, per litigare, per fare pace,
per passare il tempo. Sarà per questo che urlano tanto e gesticolano, la
caffeina li rende nervosi.
Devo imparare bene tutti i passaggi per prepararlo e
servirlo. Devo ricordarmi sempre di tutto, stare attento.
Il bicchiere d’acqua insieme al caffè, innanzitutto, che è
pure gratuita, sempre. Dice zio Tonino che l’acqua è come l’aria e non si può
far pagare per respirare. Certo, è giusto.
E poi quella storia della coda di zoccola, mannaggia a me e
a lui! Lui dice che il caffè deve uscire dalla macchinetta del bar prima a
gocce e poi in un filo sottile, proprio come la coda di un topo, la zoccola
appunto. E per non più di trenta secondi.
Sono agitato, a scuola queste cose non ce le dicevano.
E ci sta pure un’altra storia, quella del “sospeso”. Si deve sempre
annotare, se qualcuno offre un caffè a chi non ha i soldi e viene dopo. Questa
però è una bella cosa, è come dimostrare amicizia per tutti, anche per gli
sconosciuti. Ma pure bisogna ricordarsela!
Sono arrivato!
NAPOLI - PIAZZA GARIBALDI
Eccomi qua, comincia l’avventura. Vedo zio Tonino che mi
aspetta, meno male! Ci sta pure zia Concettina, sono affettuosi, e mio cugino
Salvatore che pure lavora nel bar. Tutta la famiglia!
-“Ciao, bello
guagliò, comme staj? Vedrai che ti troverai bene qua. Hai fatto buon viaggio?
Hai mangiato?”
-“Ciao zio, ciao
zia, sì è tutto a posto!”
-“Jamm bellu
guagliò, (Andiamo bel ragazzo) ti ambienterai presto, non ti preoccupare, hai
sangue partenopeo nelle vene! Ma prima di tutto andiamoci a prendere un bel
caffè, al bar della stazione, poi ti spiego tutto.
Sediamoci al tavolino, sarai stanco, e poi il caffè si
prende con calma, senza fretta.”
Stiamo attenti a seguire le regole, sempre.”
-“Le regole si,
zio, le ripasserò”
-“Il bicchier
d’acqua, da bere prima del caffè, mai dopo, per pulirsi la bocca e assaporare
meglio il gusto.
Poi assicurarsi che il caffè abbia le tre C, le conosci Pasqualì?”
-“No zio,”
-“Ci sono due
scuole di pensiero: quella più seria che ti dice : Caldo, comodo e carico,
perchè il caffè vero deve essere ristretto, solo se te lo chiedono lo fai
lungo!
E l’altra è in dialetto e dice: Comme cazz coce (come cavolo
scotta!) perchè il caffè deve essere bollente!
Ah, dimenticavo, per il barista la regola più importante è:
deve scendere a coda di zoccola! “
-“Sì questa la
sapevo”
-“Siamo pronti?”
-“Sì zio, ( più
o meno)”
Pasqualino tra sè:
-“Mamma mia, non è che il caffè mi farà agitare ancora di
più?
Però, che profumo, e devo dire che è davvero buono!”
© Silvana Maroni
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