Un libro che mi ha cambiato la vita...E così cominciò il secondo pesciolino della giornata. Stava arricciando la coda quando il sole brillò con tanta forza che il chiarore diede un gemito come di barca vecchia. L'aria, lavata da tre giorni di pioggia, si riempì di formiche volanti.
... Si dirigeva verso il patio, alle quattro e dieci, quando udì i fiati lontani, il rimbombo del tamburo e la gazzarra dei bambini, e per la prima volta dalla sua gioventù mise coscientemente il piede nella trappola della nostalgia, e rivisse il prodigioso pomeriggio di zingari in cui suo padre lo aveva portato a conoscere il ghiaccio.
...Invece di andare verso il castagno, il colonnello Aureliano Buendìa si affacciò anche lui alla porta di strada e si mescolò ai curiosi che assistevano alla sfilata. Vide una donna vestita d'oro in groppa a un elefante. Vide un dromedario triste. Vide un orso vestito da olandesina che segnava il ritmo della musica con un cucchiaione e una casseruola. Vide i pagliacci che facevano sberleffi in coda al corteo, e vide di nuovo la faccia della sua solitudine miserabile quando tutto finì di passare e non rimase altro che il luminoso spazio della strada, e l'aria piena di formiche volanti, e alcuni curiosi affacciati sul precipizio dell'incertezza...G.G.M.
...Allora cominciò il vento, tiepido, incipiente, pieno di voci del passato, di mormorii di gerani antichi, di sospiri di delusioni anteriori alle nostalgie più tenaci. Non se ne accorse perchè in quel momento stava scoprendo i primi indizi del suo essere, in un nonno concupiscente che si lasciava trascinare dalla frivolità attraverso un altipiano allucinato, in cerca di una donna bella che non lo avrebbe fatto felice. Aureliano lo riconobbe, incalzò i sentieri occulti della sua discendenza, e trovò l'istante del suo stesso concepimento tra gli scorpioni e le farfalle gialle di un bagno crepuscolare, dove un avventizio saziava la sua lussuria con una donna che gli si dava per ribellione...Macondo era già un pauroso vortice di polvere e macerie centrifugato dalla collera dell'uragano biblico, quando Aureliano saltò undici pagine per non perder tempo con fatti fin troppo noti, e cominciò a decifrare l'istante che stava vivendo, e lo decifrava a mano a mano che lo viveva, profetizzando sè stesso nell'atto di decifrare l'ultima pagina delle pergamene, come se si stesse vedendo in uno specchio parlante. Allora saltò oltre per precorrere le predizioni e appurare la data e le circostanze della sua morte. Tuttavia, prima di arrivare al verso finale, aveva già compreso che non sarebbe mai più uscito da quella stanza, perchè era previsto che la città degli specchi (o degli specchietti) sarebbe stata spianata dal vento e bandita dalla memoria degli uomini nell'istante in cui Aureliano Babilonia avesse terminato di decifrare le pergamene, e che tutto quello che vi era scritto era irripetibile da sempre e per sempre, perchè le stirpi condannate a cent'anni di solitudine non avevano una seconda opportunità sulla Terra.
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