giovedì 11 febbraio 2016

LA VIA LATTEA, IL MITO DELLA NASCITA DI ERCOLE E ALTRE STORIE


Il nome, per certi versi sorprendente, della nostra Galassia, risale ad un antico mito: uno di quei miti che affonda le radici nell'Antica Grecia, grande culla di civiltà.
Il protagonista è Giove,o meglio Zeus per i greci, il potente e capriccioso signore di tutti gli dei dell'Olimpo, e le sue scappatelle erotico-sentimentali; scappatelle che facevano infuriare sua moglie Era, conosciuta presso i Romani come Giunone, che era piuttosto gelosa. E aveva anche ragione.
Una delle tante scappatelle di Giove vede come protagonista Alcmena.

Alcmena (in greco antico Ἀλκμήνη traslitterato in Alkmènē), era figlia di Elettrione e di Euridice. Era la sposa di Anfitrione,figlio di Alceo, re di Trezene (in Argolide), e nipote di Perseo. La storia inizia quando Anfitrione partì per vendicare l'assassinio del fratello di Alcmena, per mano dei Tafi.
Zeus approfittò dell'assenza del marito, per presentarsi ad Alcmena sotto le spoglie proprio di Anfitrione, e insieme a lei trascorse una lunghissima notte, che praticamente durò tre giorni. Alcmena in seguito a quel rapporto amoroso (ma non solo...) generò due gemelli: Eracle, o Ercole,figlio di Zeus e Ificlo figlio di Anfitrione.La storia è un po' più complessa però...

Tiresia,il celebre indovino la cui storia è stata narrata tra gli altri da Ovidio nelle Metamorfosi, frattanto, raccontò del tradimento di Alcmena ad Anfitrione, il quale decise di uccidere la moglie dandole fuoco.Ma Zeus era vigile ed il suo intervento provvidenziale provocò un acquazzone che spense il rogo, e convinse Anfitrione a perdonare Alcmena. Altre versioni raccontano che al suo ritorno Anfitrione venne sì a conoscenza dell'involontario tradimento di Alcmena con Zeus, ma non si adirò, anzi si ritenne addirittura onorato dal fatto che Zeus avesse scelto la sua sposa per la sua bellezza e la sua fedeltà, anche perché Alcmena non aveva alcuna colpa, essendo stata ingannata dall'astuzia del re degli dei.

Quando la donna morì, Zeus ordinò che venisse sepolta nelle Isole Fortunate. Nel mito, presente nella letteratura greca da Esiodo in poi, ma probabilmente derivato da racconti dei Fenici, le Isole Fortunate o dei beati, a volte identificate con i Campi Elisi,erano isole dal clima dolce, situate nell'Oceano Atlantico nelle quali la vegetazione lussureggiante forniva cibo senza che gli uomini avessero bisogno di lavorare la terra. Gli dei vi destinarono alcuni eroi a vivervi un'eterna vita felice.
In Diodoro Siculo l'isola è una sola e vengono meno alcuni elementi essenziali del mito. Lo storico non nomina divinità, né beati, ma localizza l'isola nell'Oceano, a molti giorni di navigazione al di là delle Colonne d'Ercole, e ne parla come di un antico possedimento cartaginese. Secondo Plutarco la distanza dall'Africa sarebbe di 10.000 stadi (circa 1.600 km). Plinio il Vecchio identifica chiaramente le Isole Fortunate con le Isole Canarie e la stessa identificazione è certa per le Isole Fortunate di Tolomeo, che nella sua Geografia vi fa passare il meridiano di riferimento. Il nome Isole Fortunate fu usato fino all'età moderna per indicare le Isole Canarie ed oggi sopravvive ancora nel termine Macaronesia.
Altri autori ipotizzano che il mito possa essere stato generato da racconti relativi a isole caraibiche raggiunte da Fenici o Cartaginesi. L'assenza del ciclo stagionale, congiunta alla ricchezza della vegetazione, avrebbe potuto suggerire l'idea di un luogo in cui fossero assenti lavoro e invecchiamento.

Ma torniamo alla nascita di Eracle.
Poco prima che Eracle nascesse, Zeus si vantò di questo suo imminente figlio che avrebbe regnato sulla casa di Tirinto. Era, gelosa, ritardò allora il parto di Alcmena e accelerò quello di Nicippe, moglie di Stenelo, zio di Alcmena. Il figlio di questi ultimi, Euristeo, nacque perciò un'ora prima di Eracle e ottenne così la primogenitura. Eracle nacque insieme a Ificlo, e Anfitrione, ancora ignaro della relazione segreta così come ignara era anche Alcmena, credette di aver generato due gemelli. Fu Tiresia a rivelare alla donna la straordinaria origine del figlio e anche del furore di Era, gelosissima.

Alcmena capì dunque che il piccolo sarebbe stato perseguitato dalle ire della regina dei cieli, e non osando allevarlo con le sue sole forze lo portò all'aperto, in un campo, confidando che Zeus non avrebbe negato al frutto del suo seme la divina protezione. Il padre degli dei ordinò dunque al fedele Hermes di attuare un astuto stratagemma. Mentre Era dormiva il celere messaggero divino, portando in braccio il bambino lo avvicinò al seno della dea, facendogli così succhiare un po' del suo latte che, essendo divino, rendeva il fortunato un invincibile eroe. Era però, svegliatasi a causa di un morso del bambino ebbe un moto di terrore. Quel repentino movimento fece cadere, dal seno della dea, una piccola parte del suo latte che fu dunque origine della Via Lattea, denominata così proprio in ricordo di tale evento.

Il nostro Sistema Solare, come tutte le altre stelle, possiede un suo moto proprio; la direzione in cui il Sole e i suoi pianeti si muove (apice solare) è proprio nella costellazione di Ercole, esattamente tra le stelle ν Herculis e ξ Herculis, a sud di Vega.



Origine della Via Lattea. Tintoretto
© Silvana Maroni

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