BOLLE
La favola dell’Universo
La strega Malvina era assorta, attentissima a ciò che accadeva nel suo prezioso pentolone che ribolliva di schiuma.
Una schiuma coloratissima: verde, arancio, azzurro, rosa; tutti i colori, anche quelli sconosciuti all’occhio umano, erano condensati in quel magma dalle singolari caratteristiche. Come in una sorta di arcobaleno ballerino, le bolle colorate salivano e scendevano, rotolavano qua e là danzando armoniose e allegre, con somma soddisfazione della loro artefice.
Pian piano, arrivarono tutte le altre streghe: Beatrix, Volpina, Melampa, Bergonza, tutte si congratulavano con lei.
La poltiglia verdognola ribolliva ed emanava un odore nauseabondo ma sembrava ben riuscita. Le creature del mondo della fantasia festeggiavano felici il magico evento.
La danza degli elfi e delle fatine alate riempiva il nulla di luci colorate, di scie dorate ed argentate, il canto delle sirene richiamava verso il mare cristallino popolazioni di strani animali dalle sembianze quasi umane, mentre le magiche bolle colorate uscivano dal pentolone e diffondevano nello spazio vuoto, che gradualmente si andava riempiendo.
Inizialmente quello spazio irreale non solo era vuoto, ma era anche privo di colore, forma e tempo, popolato soltanto da quegli strani esseri che, come tutti sanno, non esistono se non nella mente dei bambini, dei pazzi e dei sognatori: unico accesso a quel mondo incantato.
“Ogni bolla è un Universo” gracidò trionfante Malvina, in sintonia col miagolio di Diablo, il suo gatto nero, anch’esso creatura di pura immaginazione.
“Universo?” chiese stupita Beatrix.
“Sì!, ed ognuna è nata da una piccola esplosione, un “little bang”, che gli abitanti delle bolle vedranno come immenso...Come un “big bang””!
“Creature?” – “Sì, nelle bolle nascono stelle brillantissime e pianeti popolati di esseri capaci di pensare e ragionare, fino a capire la propria origine!”
“Capiranno di essere nati nel pentolone di una strega?” ribatté Melampa scoppiando in una fragorosa risata.
“Questo no! Un’ipotesi del genere può essere concepita solo dalla fantasia e le creature delle bolle la perderanno presto. ”Rispose Malvina con una punta di tristezza.
Da lontano, arrivavano ogni giorno lunghe file di bizzarri personaggi: alcuni restavano a riempire quel luogo altri sparivano dopo poco. Lì vicino c’erano tre bambini: uno aveva gli occhiali tondi ed era molto curioso. Diceva di essere un piccolo mago ma gli incantesimi non gli riuscivano mai e le streghe lo prendevano in giro. Tutti erano allegri anche le piccole figure di omini zoppi e di soldatini senza armi: la loro esistenza era un gioco, ed il gioco li teneva in vita.
Intanto nelle bolle il tempo volava via veloce mentre le streghe, per l’eternità, avrebbero continuato a rimestare la poltiglia cosmica nel pentolone sotto l’albero senza radici: era il loro unico compito ed il loro divertimento anche perché laggiù il tempo non esisteva, né sarebbe mai esistito. Un attimo, un secolo, un millennio: non c’era alcuna differenza!
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La teoria dell'universo a bolle, proposta da Andrej Linde , si inquadra bene con la teoria ampiamente accettata dell'inflazione cosmica. Tale teoria comporta la creazione continua di universi derivanti dalla schiuma quantistica di un "universo genitore".
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Non si sa però cosa sia a produrre le bolle e nessuno mai lo saprà. Perché? Semplice: l’uomo tecnologico non ha contatti con il mondo della fantasia, da cui nasce tutto. Lo hanno soltanto i bambini e i sognatori, come già è stato detto, ma ad essi non crede mai nessuno!
© Silvana Maroni
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