giovedì 3 marzo 2022

IL RAGGIO VERDE

 Verde acido, verde pisello, verde pistacchio, verde bottiglia, verde mela, verde prato, verde bandiera. Quante sfumature dello stesso colore! Ma verde stella? No, verde stella non c'è.

Le stelle sono caratterizzate da diversi parametri fisici: dimensioni, distanza, luminosità, temperatura. Dalla temperatura dipende il COLORE, in base al quale ogni stella è inserita in una classe spettrale. Le diverse classi sono contraddistinte da una lettera dell'alfabeto: dalle più calde alle più fredde O,B,A,F,G,K,M, che gli astronomi ricordano grazie alla frase scherzosa: “Oh Be A Fine Girl Kiss Me”.

Manca il verde però, o meglio una stella presumibilmente verde dovrebbe avere una temperatura superficiale compresa tra 6000 e 7000 K.

Osservando il cielo da terra, non è generalmente possibile osservare stelle di colore verde, tranne in particolari o rare condizioni poiché l'occhio umano percepisce come bianche le radiazioni luminose emesse da queste stelle. 

In maniera simile l'occhio umano non vede facilmente il colore viola delle stelle molto calde che appaiono blu.

È la  temperatura della superficie di una stella a determinare il suo colore: ad esempio, una stella molto “fredda” (di una temperatura relativamente bassa!) emette una radiazione con lunghezza d'onda lunga e quindi appare di colore rosso, mentre una stella molto calda emette radiazioni elettromagnetiche con una lunghezza d'onda molto piccola e come tale appare di colore blu. Di conseguenza le stelle con temperatura intermedia hanno un colore variabile che, partendo dal rosso (temperatura bassa) verso il blu (temperatura alta), può andare dall'arancione al giallo al bianco.

La spiegazione sul perché nell'universo esistano stelle di ogni colore, tranne il verde, deve essere ricercata nella fisiologia del corpo umano, ed in particolare nella specifica curva di risposta spettrale dell'occhio umano.

  Gli occhi umani infatti, grazie ai coni, fotorecettori posti sulla retina, percepiscono solo il colore dominante della radiazione. Le stelle fredde emettono radiazioni con picco dominante nel rosso, per cui vengono percepite come rosse; viceversa le stelle calde emettono radiazioni con picco dominante nel blu. Le stelle aventi una temperatura con un picco dominante nel verde inviano anche tutte le altre radiazioni luminose incluse nello spettro e queste radiazioni sono in grado di attivare contemporaneamente tutti e tre i tipi di coni oculari che catturano la luce verde, blu e rossa. Queste informazioni vengono inviate al cervello che rielabora i tre colori percepiti dalla suddetta radiazione (verde, rosso e blu) e li interpreta come bianco.

Il risultato è che una stella "tecnicamente" verde appare all'uomo come bianca.

   Il raggio verde è un fenomeno ottico visibile quando il Sole, all'alba o al  tramonto, crea una sottile striatura luminosa dal colore verde, che dura pochi istanti, di un'intensa tinta verde smeraldo.

Il fenomeno è dovuto alla rifrazione della luce da parte dell'atmosfera quando i raggi solari, attraversando uno strato d'aria più spesso, vengono scomposti come in un prisma ottico nelle varie componenti colorate, e fra queste quella verde si distingue per contrasto con la tonalità generale giallo-arancione del cielo.

Il colore del raggio è il “verde veronese”, così chiamato in onore del pittore cinquecentesco Paolo Veronese, famoso per la ricchezza cromatica della sua tavolozza.

L'origine del raggio verde è ascrivibile soprattutto  al fenomeno della “dispersione atmosferica”: la distanza percorsa dalla luce nell'atmosfera aumenta in prossimità dell'orizzonte.  Al momento dell'alba e del tramonto il Sole appare quindi come una serie di dischi leggermente sfasati tra di loro, che scompaiono progressivamente seguendo il grado di rifrazione delle varie componenti spettrali della luce. In questo modo svaniscono prima il rosso e il giallo, caratterizzati da una lunghezza d'onda maggiore, e solo dopo il verde e il blu che hanno lunghezze d'onda minori.

Diversi altri fenomeni, oltre a quello della dispersione, concorrono nel loro insieme alla formazione del raggio verde. Vi sono infatti diverse sostanze e particelle presenti nell'atmosfera, quali l'ozono, il vapore acqueo e il particolato che riescono ad assorbire selettivamente i colori rosso e arancione favorendo quindi la visibilità del verde.

Il raggio fu notato già nell'antichità: gli Egizi in particolare ritenevano che il disco solare una volta sparito al di sotto dell'orizzonte si tingesse di verde smeraldo, per poi riprendere la colorazione usuale all'alba successiva.

L'interesse per le origini di questo fenomeno crebbe grazie alle diverse testimonianze di chi vi assisteva. Tra i tanti a rimanere affascinati da questi racconti fu Jules Verne, che nel 1882 dedicò al raggio verde un romanzo: “ Le Rayon vert” ispirato ad una credenza del folklore scozzese, probabilmente immaginata dall'autore stesso, secondo cui chi riesce a catturare con lo sguardo quest'effimero «raggio dell'anima» sarebbe in grado di riconoscere con chiarezza i sentimenti propri e altrui.

Malgrado la dimostrazione scientifica del fenomeno, questo non ha mai cessato di esercitare un certo fascino, tanto che il raggio verde, oggetto anche del film del 1986 di Éric Rohmer, è   radicato nella mitologia di diversi luoghi come Capri,  che ha addirittura dedicato al fenomeno un belvedere dinanzi Villa Lysis, dove si ritiene sia più facile cogliere il guizzo verde sprigionato quando l'acqua e il Sole si incontrano. 

Nel film del 2007 Pirati dei Caraibi - Ai Confini del mondo,  i pirati  sono costretti a ribaltare la nave facendola oscillare, così da essere sott'acqua nel momento del «Verde Baleno», fenomeno che si manifesta con un lampo di luce color smeraldo al tramonto, quando il sole scompare nel mare, e che collegherebbe il mondo dei vivi a quello dei morti che sono ancora in attesa d'essere giudicati. È un palese riferimento al raggio verde, al quale molti marinai hanno attribuito nell'antichità, un qualche potere arcano.

 

© Silvana Maroni


Villa Lysis, Capri


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