A quattro anni spiavo la cucina delle zie. Un mondo
misterioso, affascinante, ma anche un
po’ inquietante, qualche volta. Sembrava di entrare in un antro di streghe,
buone però, come quello che preparavano!
Zia Carmela era l’artefice principale: “Guarda, Ida
comm’è bello, freschissimo!”
“Overo è bello, comm’è scuro!”
“Hanno acciso ‘o maiale proprio ajere”
Io a stento arrivavo al tavolo, ma guardavo e ascoltavo
attentamente fissando i momenti salienti di quella preparazione magica e i suoi
misteriosi ingredienti.
Il barattolo era chiuso e conteneva una sostanza
vischiosa, tra il rosso e il marrone, piena di grumi che andavano accuratamente
filtrati.
Intanto sul
fuoco un pentolone accoglieva gli altri ingredienti, tra cui una quantità
indescrivibile di cioccolato: pezzettoni scuri che fondevano nel liquido
sobbollendo e schizzando di gocce squisite tutta la cucina.
La cottura era lunga, ma io restavo a guardare, come
rapita in un incantesimo.
I grembiuloni delle zie erano macchiati di rosso
sangue, ma i loro sorrisi erano gioiosi e rassicuranti, anche se, lo confesso, qualche piccolissimo brivido lo provavo!
© Silvana Maroni
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