domenica 3 aprile 2016

VITA


IL “MISTERO VITA”
Interpretazioni
VITA



Ossimori di forme
nel caos ordinato
del brodo primordiale.

Elettroni addormentati
risvegliati di colpo
da un raggio di luce,
oscura energia
di una stella mediocre.

Il carbonio, simmetrico,
e il piccolo idrogeno
si tengono per mano
in un casuale girotondo.

Inizia
la danza di goccioline panciute,
buffi coacervi di materia,
bambine
che muovono i primi passi.

L'azoto rompe la pigrizia
e, con l'ossigeno,
si contendono elettroni
in una gara senza vincitori.

Forme armoniose
si riproducono spontanee
e creano
originali architetture
di sorprendenti molecole.

L'ordine improvvisato cela
informazioni segrete,
codici oscuri
solo oggi svelati,
contraddizione di fenomeni,
sintropia
che chiamiamo vita.


© Silvana Maroni

giovedì 11 febbraio 2016

LA VIA LATTEA, IL MITO DELLA NASCITA DI ERCOLE E ALTRE STORIE


Il nome, per certi versi sorprendente, della nostra Galassia, risale ad un antico mito: uno di quei miti che affonda le radici nell'Antica Grecia, grande culla di civiltà.
Il protagonista è Giove,o meglio Zeus per i greci, il potente e capriccioso signore di tutti gli dei dell'Olimpo, e le sue scappatelle erotico-sentimentali; scappatelle che facevano infuriare sua moglie Era, conosciuta presso i Romani come Giunone, che era piuttosto gelosa. E aveva anche ragione.
Una delle tante scappatelle di Giove vede come protagonista Alcmena.

Alcmena (in greco antico Ἀλκμήνη traslitterato in Alkmènē), era figlia di Elettrione e di Euridice. Era la sposa di Anfitrione,figlio di Alceo, re di Trezene (in Argolide), e nipote di Perseo. La storia inizia quando Anfitrione partì per vendicare l'assassinio del fratello di Alcmena, per mano dei Tafi.
Zeus approfittò dell'assenza del marito, per presentarsi ad Alcmena sotto le spoglie proprio di Anfitrione, e insieme a lei trascorse una lunghissima notte, che praticamente durò tre giorni. Alcmena in seguito a quel rapporto amoroso (ma non solo...) generò due gemelli: Eracle, o Ercole,figlio di Zeus e Ificlo figlio di Anfitrione.La storia è un po' più complessa però...

Tiresia,il celebre indovino la cui storia è stata narrata tra gli altri da Ovidio nelle Metamorfosi, frattanto, raccontò del tradimento di Alcmena ad Anfitrione, il quale decise di uccidere la moglie dandole fuoco.Ma Zeus era vigile ed il suo intervento provvidenziale provocò un acquazzone che spense il rogo, e convinse Anfitrione a perdonare Alcmena. Altre versioni raccontano che al suo ritorno Anfitrione venne sì a conoscenza dell'involontario tradimento di Alcmena con Zeus, ma non si adirò, anzi si ritenne addirittura onorato dal fatto che Zeus avesse scelto la sua sposa per la sua bellezza e la sua fedeltà, anche perché Alcmena non aveva alcuna colpa, essendo stata ingannata dall'astuzia del re degli dei.

Quando la donna morì, Zeus ordinò che venisse sepolta nelle Isole Fortunate. Nel mito, presente nella letteratura greca da Esiodo in poi, ma probabilmente derivato da racconti dei Fenici, le Isole Fortunate o dei beati, a volte identificate con i Campi Elisi,erano isole dal clima dolce, situate nell'Oceano Atlantico nelle quali la vegetazione lussureggiante forniva cibo senza che gli uomini avessero bisogno di lavorare la terra. Gli dei vi destinarono alcuni eroi a vivervi un'eterna vita felice.
In Diodoro Siculo l'isola è una sola e vengono meno alcuni elementi essenziali del mito. Lo storico non nomina divinità, né beati, ma localizza l'isola nell'Oceano, a molti giorni di navigazione al di là delle Colonne d'Ercole, e ne parla come di un antico possedimento cartaginese. Secondo Plutarco la distanza dall'Africa sarebbe di 10.000 stadi (circa 1.600 km). Plinio il Vecchio identifica chiaramente le Isole Fortunate con le Isole Canarie e la stessa identificazione è certa per le Isole Fortunate di Tolomeo, che nella sua Geografia vi fa passare il meridiano di riferimento. Il nome Isole Fortunate fu usato fino all'età moderna per indicare le Isole Canarie ed oggi sopravvive ancora nel termine Macaronesia.
Altri autori ipotizzano che il mito possa essere stato generato da racconti relativi a isole caraibiche raggiunte da Fenici o Cartaginesi. L'assenza del ciclo stagionale, congiunta alla ricchezza della vegetazione, avrebbe potuto suggerire l'idea di un luogo in cui fossero assenti lavoro e invecchiamento.

Ma torniamo alla nascita di Eracle.
Poco prima che Eracle nascesse, Zeus si vantò di questo suo imminente figlio che avrebbe regnato sulla casa di Tirinto. Era, gelosa, ritardò allora il parto di Alcmena e accelerò quello di Nicippe, moglie di Stenelo, zio di Alcmena. Il figlio di questi ultimi, Euristeo, nacque perciò un'ora prima di Eracle e ottenne così la primogenitura. Eracle nacque insieme a Ificlo, e Anfitrione, ancora ignaro della relazione segreta così come ignara era anche Alcmena, credette di aver generato due gemelli. Fu Tiresia a rivelare alla donna la straordinaria origine del figlio e anche del furore di Era, gelosissima.

Alcmena capì dunque che il piccolo sarebbe stato perseguitato dalle ire della regina dei cieli, e non osando allevarlo con le sue sole forze lo portò all'aperto, in un campo, confidando che Zeus non avrebbe negato al frutto del suo seme la divina protezione. Il padre degli dei ordinò dunque al fedele Hermes di attuare un astuto stratagemma. Mentre Era dormiva il celere messaggero divino, portando in braccio il bambino lo avvicinò al seno della dea, facendogli così succhiare un po' del suo latte che, essendo divino, rendeva il fortunato un invincibile eroe. Era però, svegliatasi a causa di un morso del bambino ebbe un moto di terrore. Quel repentino movimento fece cadere, dal seno della dea, una piccola parte del suo latte che fu dunque origine della Via Lattea, denominata così proprio in ricordo di tale evento.

Il nostro Sistema Solare, come tutte le altre stelle, possiede un suo moto proprio; la direzione in cui il Sole e i suoi pianeti si muove (apice solare) è proprio nella costellazione di Ercole, esattamente tra le stelle ν Herculis e ξ Herculis, a sud di Vega.



Origine della Via Lattea. Tintoretto
© Silvana Maroni

UNIVERSO




Incendi di stelle
in un baratro di pochi atomi:
il vuoto
è la tua essenza più profonda.

Eppure, in un delirio d'infinito,
nel caos delle tue forme
si cela un ordine segreto.

Ciò che più in te sorprende
è l' esistenza.

Solo l'uomo,
grumo di molecole sperdute,
solitarie,
ma vive e pensanti
analizza e comprende
la tua folle, invisibile immensità.


© Silvana Maroni

mercoledì 27 gennaio 2016

Mettiamoci comodi…

Sì, mettiamoci comodi e incameriamo qualche piccola informazione che forse ci sorprenderà. Viviamo su un sassolino perso in uno spazio immenso e giriamo come trottole ad una velocità che all'equatore raggiunge i 1.670 Km/h, ai poli è pari a zero e a metà strada, cioè al 45° parallelo, é di circa 1.073 km/h. Ma non basta, il nostro sassolino gira anche intorno al Sole (una stellina di quart’ordine!) ad una velocità media di 107.000 km/h, o se preferite 30 km/sec, più o meno. E non è ancora tutto: il nostro Sole, con il suo corteo di pianeti, Terra compresa, gira intorno al centro della nostra galassia, ossia la Via Lattea. Ancora non è finita: Il nostro pianeta, sempre insieme a tutto il Sistema Solare e a alla Via Lattea, si muove anche all'interno dell'Universo, chi non ha sentito parlare di "Espansione dell'Universo?". Le rispettive velocità sono difficili da quantificare, in quanto si tratta di moti molto complessi. Una cosa è certa: la quiete non esiste!   
© Silvana Maroni

martedì 26 gennaio 2016

Voyager Golden Record

Il Voyager Golden Record è un disco per grammofono inserito nelle due sonde spaziali del Programma Voyager, lanciato nel 1977, contenente suoni e immagini selezionate al fine di portare le diverse varietà di vita e cultura della Terra. È concepito per qualunque forma di vita extraterrestre o per la specie umana del futuro che lo possa trovare. La sonda Voyager impiegherà 40.000 anni per arrivare nelle vicinanze di un'altra stella.
« Questo è un regalo di un piccolo e distante pianeta, un frammento dei nostri suoni, della nostra scienza, delle nostre immagini, della nostra musica, dei nostri pensieri e sentimenti. Stiamo cercando di sopravvivere ai nostri tempi, ma potremmo farlo nei vostri. » (Jimmy Carter, Presidente degli Stati Uniti d'America)
Il contenuto del disco venne selezionato per la NASA da una commissione guidata da Carl Sagan della Cornell University. Sagan e la commissione misero insieme una varietà di 115 immagini e un gran numero di suoni naturali, come quelli prodotti dalle onde, dal vento, dai tuoni e suoni prodotti da animali, come il canto degli uccelli e quello delle balene. Inoltre venne inserita una selezione musicale proveniente da diverse culture e diverse epoche, oltre ai saluti di abitanti della Terra in 55 lingue diverse e la riproduzione del messaggio del presidente degli U.S.A. Jimmy Carter e del Segretario generale delle Nazioni Unite Kurt Waldheim. Dopo le critiche ricevute dalla NASA sull'inserimento nelle placche del programma Pioneer dell'immagine di un corpo maschile e uno femminile nudi, l'agenzia spaziale non permise a Sagan di inserire immagini di uomini e donne nudi.
I saluti nelle diverse lingue iniziano con l'accadico, lingua diffusa nel Vicino Oriente a partire dal III millennio a.C., e finiscono con la lingua Wu, parlata attualmente in Cina. La sonda Voyager 1 è stata lanciata nel 1977, ha passato l'orbita di Plutone nel 1990, e lasciato il sistema solare (cioè passando il limite oltre il quale l'attrazione gravitazionale del Sole non è più dominante su quella delle altre stelle vicine) nel novembre 2004. Adesso è in viaggio nello spazio interstellare. Come Carl Sagan ha notato,
"La navicella potrà essere trovata e la registrazione visualizzata solo se esistono civiltà avanzate che viaggiano nello spazio interstellare. Ma il lancio di questa bottiglia nell'oceano cosmico è un messaggio di grande speranza circa la vita su questo pianeta".
La sezione che include i brani musicali è particolarmente suggestiva, comprende tra l'altro:
Melancholy blues di Louis Armstrong ;
Il Preludio e fuga no. 1 in Do maggiore da Il clavicembalo ben temperato, Libro II di Bach interpretato da Glenn Gould;
Il Canto Notturno degli Indiani Navajo;
La Cavatina dal Quartetto n. 13 op.130 in Si bemolle di Beethoven;
Johnny B. Goode di Chuck Berry.
Incluso nella parte audio di "I suoni della terra" vi è una traccia contenente il messaggio Per aspera ad astra in Codice Morse.

© Silvana Maroni

domenica 24 gennaio 2016

INFINITO

L'infinito matematico
ha la forma di un otto coricato.
Leopardi vi naufragò
guardando
oltre una siepe e un colle.
Einstein lo trovò nell'universo
e nella stupidità dell'uomo.
L'infinito è un tempo circolare,
uno spazio senza involucro.
E' nei numeri che non finiscono mai,
è fra un numero e il suo successivo.
L'infinito è nel ciclo di una goccia d'acqua,
nelle trasformazioni della materia
che imputridisce per poi rinascere.
Cerchi nell'acqua,
onde simmetriche,
da un epicentro di energia indifferenziata
diffondono verso l'immenso:
Viaggiano a cavallo di un raggio di luce
senza mai interrompere la folle corsa
sorpassano il braccio di Orione,
Andromeda,
s'incurvano inghiottite dal vortice oscuro
di un buco nero.
Ma riemergono.
Dove?
In un Universo di antimateria?
in una stella abortita?
Nel buio profondo del nulla,
Forse.

© Silvana Maroni

Riflettiamo...

“Siamo tutti immersi nel fango, ma alcuni di noi guardano alle stelle”
O.W.

Perchè solo alcuni?

“Se più gente si soffermasse a guardare il cielo stellato e a riflettere su ciò che siamo su questa Terra, molti problemi della nostra complicata società troverebbero rapidamente una soluzione”

 S.M.

© Silvana Maroni